Avvertenze
Il testo dei Diari è affiancato a da contenuti e immagini di contesto e complemento (“riferimenti”). In particolare, sono riportati ampi stralci di due testimonianze “speciali”, lasciateci da due persone che hanno condiviso da vicino con il papà quelle tragiche vicende e che ne hanno voluto, come il papà, lasciarne testimonianza e ricordo: sono quelle del tenente Sergio Quaglino e del bersagliere Luciano Scalone. Il primo ha scritto un libro di qualificata valenza memorialistica e storica, descrivendo fatti, luoghi e persone in un perfetto equilibrio tra il mito patriottico, la passione determinata dagli eventi e il succedersi di questi nel loro contesto storico-militare. Il secondo, un semplice ragazzo del Sud gettato nella tragedia, ha sentito il bisogno e realizzato il forte desiderio di raccontarne la sua partecipazione ad essa, con sincerità di sentimento e semplicità di linguaggio.
La ricerca prima e la disponibilità poi di tali elementi di riferimento storico-fattuale ha reso l’attività di trascrizione dei Diari ancora più emozionante ed ha conferito ad essi un più consistente valore memorialistico, attraverso confronti, chiarimenti e contestualizzazioni di fatti, luoghi e circostanze, oltre ad aver dato spunto ad inaspettati approfodimenti e consentito sorprendenti scoperte storiche, che altrimenti sarebbero andate perse. Almeno per me.
Su PC e tablet, il testo del diario e il contenuto delle colonne a lato sono visibili affiancate, per quanto possibile cronologicamente, mentre su smartphone, i “riferimenti” appaiono alla fine di ciascun blocco contenitore.
[NdT] indica una “Nota di Trascrizione” inserita direttamente nel testo.
Il testo di Quaglino è su sfondo verde, quello di Scaglione su sfondo giallo.
Nei Diari
Il Racconto
Giovedì mattina, 18 agosto, l’ora del rancio e poi gli ultimi minuti. Alla terza adunata Dante col suo pacchetto corre a prendere il congedo e in compagnia dell’amico Maggiorino ha terminato la naja. Sono le quattro del pomeriggio e si scende dal treno a Stradella, dove nessuno si aspettava il nostro ritorno: che bel giorno fu mai quello! Dopo pochi giorni, Dante riprendeva il suo lavoro in distilleria, il divertimento non mancava: tutte le sere Dante era al Cicasco e si passavano delle bellissime sere. La Tina incominciava a fare qualche capriccio, dopo essersi accorta che Dante le aveva fatto le corna; tanto più che lei sapeva che Dante andava quasi tutte le domeniche a ballare a Portalbera, dove passava delle belle feste con l’amica Attilia, lasciando la Tina un po’ da parte. E pian piano terminò la stagione del Cicasco. Col mio poco terreno anch’io feci la mia vendemmia.
Per me non era un momento di tutta tranquillità: Dante doveva fare la spesa, far da mangiare per quando ritornava la sorella, poi se ne andava al suo lavoro di notte e di giorno in giro. Ogni tanto Dante andava a passare il pomeriggio dall’Albertina, la figlia del signor Bailo, dove Dante lavorò due anni da giovane garzone. Giunsero le feste natalizie in fiducia della venuta della sorella Rosa: i tre fratelli non attendevano altro, ma purtroppo la sorella non ebbe la libertà di passare il giorno del Santo Natale col fratello Dante e la sorella Luisa. Pazienza! E l’inverno passò. Una notte Dante era così pieno di sonno e poco attento che si scottava un braccio contro il tubo del vapore: niente di male, ma per quella notte Dante non ebbe più sonno.
E così siamo giunti ai bei giorni della primavera 1939. La festa di Arena Po[1] Dante andava a passarla in compagnia dell’Albertina. Avviene però che Dante si incontra con la Tina e le compagne sue: non dico quanto seppi l’indomani. Passò la festa, Dante e Albertina ritornavano, Dante si fermò a cenare a casa sua, in compagnia dei suoi cari genitori. Giunse finalmente la stagione dei balli all’aperto: dove c’era un ballo, Dante c’era di sicuro. Libero da tutto, amico con tutti ma niente fidanzata. Solo, di tanto in tanto, qualche cartolina a Rosetta e a Giuditta e così i mesi passavano. Viene il 15 agosto, la festa di Stradella; sempre allegri e contenti, Luisa e Dante la passavano insieme. Siamo quasi alla vendemmia, che Dante aspettava.
Ma una bella domenica, il 3 settembre 1939, il portalettere si avvicina a Dante e gli consegna la cartolina di precetto! Dante si trova con gli amici Maggiorino e Italo e tutti e tre sono al pari. Dante ritorna a casa che già la sorella lo sapeva e, appena visto il fratello, si mise a piangere, sebbene lui non piangesse, fingendo di nascondere la sua malinconia. Lunedì 4 settembre Dante salutava tutti i parenti, contento che alla sua partenza venivano sospesi i divertimenti per un’ora. Martedì (5 settembre), i tre amici Maggiorino, Italo e Dante si fanno un’oretta di mercato e poi prendono il treno per trovarsi direttamente e di nuovo alla caserma del 40 bersaglieri, già ben conosciuta in un anno di duro lavoro e di nuovo dovetti mettere in un pacchetto la divisa borghese, spedirla a casa e vestirmi di naja.
Note
[1] Festa di San Giorgio ad Arena Po, il 23 aprile.
Il 1° settembre 1939 la Germania invade la Polonia, il 3 Dante riceve la cartolina di richiamo alle armi.