Sab. Lug 27th, 2024

2024

 

 




QUEL PASTICCIACCIO BRUTTO
DI VIA TRIBONIANO

 

 

 

I fatti sono reali, le ipotesi forse…

 

 

 

 

Alberto Schiavi

Sommario

1 – PREMESSA 
2 – L’INIZIO 
3 – GIOVANNI PESCE
4 – RENZO NOVELLI 
5 – LA TRANSIZIONE 
6 – LA CRONACA DEI FATTI 
7 – ALCEO CONCARI 
8 – LA LUCE SUI FATTI 
9 – LA VERSIONE DI PESCE 
10 – LA VOCE DEL SILENZIO 
11 – UN COMPLOTTO 
12 – CONCLUSIONE 

1 – PREMESSA

Quello che segue potrebbe essere considerato un “docuracconto”, in quanto si basa su fatti, dati e persone reali che ne costituiscono il percorso portante, ma trova anche parziale espressione nella forma di racconto, in quanto include un’esplicita componente di auto interpretazione e di libera narrazione dell’autore, tese ad integrare, sempre verosimilmente, gli spazi lasciati vuoti dalle fonti e senza trascurare le atmosfere e i particolari della vita reale dei tempi in cui i fatti si svolgono. Nel docuracconto si fondono la figura del narratore, del raccoglitore-organizzatore di notizie ed anche quella di personaggio secondario, poiché egli si trova ad agire, brevemente, con il protagonista ed è testimone di un’epoca che, appena successiva a quella in cui si svolsero i fatti, gli ha consentito di raccoglierne ancora gli echi e di interagire a lungo con coloro che l’avevano vissuta.

In questa ricerca ho attinto ai documenti ufficiali, alle notizie di stampa, alle testimonianze trovate lungo un percorso iniziato, come detto, occasionalmente, ma che ha preso subito l’abbrivio dall’interesse per le storie di questo tipo e di questo tempo e poi lo slancio finale quando ad esso si sono aggiunte, una dopo l’altra e inattese, contraddizioni, curiosità e stranezze.

Partendo dallo spunto occasionale che ha dato il via alla ricerca, l’intenzione era quella di approfondire l’argomento, capirci quanto più possibile e riportarne eventualmente un resoconto di taglio storico, atto a soddisfare la mia curiosità iniziale e a condividerla sul sito con qualche altro curioso. Ho così cominciato ad attingere e ad analizzare il materiale che mi si rendeva via via disponibile, in un crescendo inaspettato di informazioni che mi apparivano quasi messe lì apposta per essere scoperte, tanto erano funzionali a ricostruire una verità storica all’accaduto e il contorno di falsità che l’ha a lungo oscurata e compromessa.

Le informazioni offerte dalle varie fonti, specie giornalistiche, hanno via via messo in luce come, riguardo alla vicenda, esse siano state spesso improvvisate, inverosimili, non verificate, tra loro contraddittorie e anche tendenziose, in quanto risultavano organizzate proprio per screditare una vittima designata, mentre parevano, anche sulla scorta della lunga, successiva esperienza fornita dalle trame e dai misteri italiani, funzionali al tentativo di coprire ben altro.

La natura di tale ipotesi e il mistero retrostante i fatti del racconto sono stati anche la causa di alcuni dubbi che mi hanno accompagnato nell’esposizione dell’insieme degli eventi: esporli nel loro susseguirsi cronologico e causale, indipendentemente dalle finalità narrative o di ragionamento, oppure, al contrario, ordinarli secondo un intreccio più funzionale a costituire una vera e propria trama.

La causa principale di ciò, in questo intreccio, sono stati i vincoli imposti dal rapporto tra il tempo della storia dei fatti iniziali e tempo della loro narrazione, cioè alla loro esposizione per iscritto, conservando una sequenza logico-temporale dei fatti: da dove cominciare? Non è stato possibile procedere secondo lo schema del romanzo giallo, che inizia con la scoperta di un cadavere, prosegue con la ricostruzione degli avvenimenti precedenti e si conclude con la scoperta del colpevole; ciò perché qui il cadavere iniziale è solo un’ipotesi e la trama è troppo complessa per poterne disporre gli eventi in ordine cronologico: si è dovuto quindi procedere con uno schema narrativo un po’ disordinato che, posto al centro il fatto principale, lo ha contornato di altri fatti precedenti e successivi, di notizie di varia fonte, di memorie e testimonianze e, soprattutto di osservazioni, analisi e deduzioni utili a consentire una visione generale della vicenda e, come si diceva, a trarre un propria, conclusione finale.

Devo anche onestamente avvertire che, nell’avanzare della ricerca, la totale discrepanza tra l’assunto prodotto da tali informazioni e quello prodotto dalle testimonianze dei protagonisti, delle risultanze di contesto storico e delle circostanze accettabili sul piano logico, mi hanno indotto a farmi “una certa idea” e quindi portato ad una sorta di “scelta di campo”, con opzione verso il secondo assunto. Tale scelta, inconsapevole fino ad un certo punto del lavoro, mi ha quindi probabilmente condizionato nella conduzione generale del tema, nelle analisi, nelle interpretazioni e nell’atteggiamento scettico nei confronti di alcune conclusioni.

Mi è parso corretto fare questa precisazione prima che il lettore prosegua oltre, anche per la massima libertà nel riportare i fatti, nella loro analisi e nella loro critica e anche un po’ nel dedurne qualche tassello mancante, utile per riempire alcuni vuoti della storia.

 

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